#Biancazzurrididomani: conosciamo meglio l’annata 2012 del F.C. Legnago Salus

Quinto appuntamento con il progetto “#Biancazzurrididomani”: siamo in compagnia di Matteo Castagnini, allenatore dell’annata 2012 biancazzurra.

Ciao Matteo, ti ringraziamo innanzitutto per la tua disponibilità. Anche a te chiediamo una breve presentazione, mettendo in luce il tuo percorso nel mondo del calcio.

Alleno da circa 10 anni, e dal 2016 sono in possesso del patentino UEFA B. Ho vissuto le mie prime esperienze da allenatore a livello provinciale, e ho allenato tutte le categorie giovanili, dai “Piccoli Amici” fino alla categoria Juniores. Da quest’anno faccio parte della grande famiglia del Legnago Salus, dove mi è stato affidato il compito di far crescere l’annata 2012. La mia formazione calcistica è, per così dire, “all’antica”, in quanto ex calciatore, e mi piace molto il gioco con la palla. Il mio obiettivo è trasmettere ai ragazzi non solo l’importanza di giocare frequentemente con il pallone, ma anche far passare il concetto che i ragazzi mostrino personalità nelle decisioni che devono prendere e nella scelta delle giocate sul terreno di gioco.  Mi auguro che i ragazzi abbiano l’opportunità di giocare con continuità e di crescere sempre di più.

L’annata 2012 può essere considerata un’età intermedia tra l’annata 2015, che generalmente coincide con il primo approccio alla disciplina del calcio, e l’annata 2010, che solitamente ha già compiuto un percorso nell’attività di base e per alcuni dei ragazzi può rappresentare un punto di partenza per uno step successivo nelle categorie giovanili professionistiche. Questo aspetto ha la sua importanza, per quella che è la tua esperienza, nel gruppo che stai seguendo?

È sicuramente un aspetto molto importante, in quanto un atleta che ha avuto appunto un primo approccio con questo sport viene gradualmente trasformato in un giocatore preparato per fare un salto di qualità; in sostanza, da un giocatore che ha iniziato a calciare un pallone e ad eseguire un gesto tecnico, si passa ad un giocatore che sa come calciare la palla e apprende il modo in cui si sta in campo. In questa fase intermedia il lavoro è tanto e soprattutto deve permettere alle categorie superiori di ricevere un giocatore sostanzialmente completo e che possa lavorare su altri obiettivi, che riguarderanno principalmente la parte tecnica e non più la gestualità. Il lavoro in quest’annata è quindi perfezionare la gestualità di ogni giocatore.

Riprendendo l’intervista effettuata la scorsa settimana a Manuel Boni, allenatore della categoria “Primi Calci” (annate 2013 e 2014), vanno rimarcati due aspetti importanti: il primo riguarda il fatto che un giocatore non deve mai essere messo sotto pressione per ciò che fa in campo. Condividi quest’impostazione e, se sì, come la applichi nelle tue sedute di allenamento?

Innanzitutto condivido quanto affermato dal mio collega: teniamo presente, infatti, che ci troviamo in una fascia d’età nella quale il ragazzo deve sentirsi libero di eseguire qualsiasi gestualità tecnica e non siamo ancora in quella fase in cui gli possono essere imposte determinate situazioni o particolari atteggiamenti. Per quanto mi riguarda, reputo che un ragazzo fino a 11 anni deve giocare serenamente, libero da pressioni, e deve anche sbagliare perché solamente sbagliando si può migliorare. Ai ragazzi, quindi non vanno trasmessi messaggi quali “devi fare tanti gol”, o “devi fare questo numero”, ma deve essere lasciato libero di giocare e soprattutto, allo stato attuale, libero di rischiare.

L’altro aspetto importante è il concetto di aiutarsi gli uni con gli altri, soprattutto in determinate situazioni di difficoltà in cui possono incorrere i ragazzi in campo. Questo come si traduce nelle tue esercitazioni?

Credo sia importante che ci sia una cooperazione tra i ragazzi e anche tra i mister perché, nonostante alleniamo annate differenti, abbiamo comunque l’opportunità di far crescere dei giocatori. Per fare un esempio, se abbiamo un ragazzo che si allena in un’altra categoria e che ha qualche qualità che è superiore alla norma, è giusto, a mio avviso, che il ragazzo non stia bloccato in quella categoria, ma è meglio che trovi spazio in una categoria superiore, dandogli in questo modo l’opportunità di continuare la sua crescita. Im questo modo evitiamo di perderlo: questo è per me un aspetto importante. Poi se io, come allenatore, lavoro bene nella mia annata, chi l’anno prossimo prenderà in mano il mio gruppo si troverà di fronte un lavoro già fatto e che ha solo la necessità di essere proseguito sul piano della crescita. Quindi la cooperazione è utile non solo tra i ragazzi, ma serve a tutti per portare avanti i risultati ottenuti.

A livello più squisitamente tecnico, o per meglio dire di tecnica calcistica, quali attività vengono svolte nei tuoi allenamenti?

In concreto, lavoriamo molto sulla gestualità di ogni singolo giocatore, quindi come si calcia un pallone; inoltre svolgiamo esercizi sulla fase difensiva, la presa di posizione, correggiamo la postura e la fase di corsa, quindi quel lavoro che per noi è considerata la base primaria del calciatore. Una volta che io ho formato sul piano tecnico il giocatore, poi si può iniziare a lavorare sulla parte tattica. Inoltre, insegniamo ai ragazzi cos’è il calcio in tutte le sue gestualità, dal passaggio di collo, al passaggio di interno piede, e rendiamo cosciente ogni singolo giocatore dei mezzi che ha a disposizione per la pratica del calcio e per applicarli anche in altre situazioni.

Un’ultima domanda: con questi ragazzi hai in mente di realizzare qualche progetto particolare in futuro?

Il progetto che ho in mente è continuare a seguire i ragazzi per vedere la loro crescita costante ad ogni singola annata, per riuscire ad arrivare a campionati importanti nelle categorie giovanili, dall’Under 14 fino alla Primavera, iniziando quindi a confrontarci con altre realtà, forse anche di livello superiore al nostro, e trovarci di fronte a queste senza particolari difficoltà. Mi auguro quindi di vedere qualcuno di questi mei ragazzi spiccare la strada del professionismo.

Ringraziamo nuovamente Matteo Castagnini per la collaborazione e vi diamo appuntamento alla prossima intervista.

Tags :
Attività di base, BIancazzurri di domani, F.C. Legnago Salus
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